EDUCARE alla GIUSTIZIA – Incontro con il Procuratore della Repubblica GianCarlo CASELLI – marzo 2003

– Non fidatevi di me – così esordisce il procuratore Caselli rivolgendosi agli studenti (circa 1300) venuti ad ascoltarlo al palazzo dello Sport cittadino la mattina del sabato 22 marzo. – Però – continua – ascoltate tutti, non solo chi è momentaneamente “in cattedra”; poi mettete in fila le idee, valutate e scegliete con la vostra testa!- Dopo questa premessa, che indubbiamente cattura l’attenzione di molti, il magistrato affronta il concetto di “legalità”, dimostrando nel modo più semplice e concreto possibile che “la legalità è un vantaggio per tutti”. Una confezione di pasta di grano duro proveniente dai terreni della valle di Corleone, liberata dallo strapotere mafioso, basta a far capire l’importanza della lotta alla mafia sia come lotta alla criminalità che in un’ottica di convenienza sociale, per riaffermare i più elementari diritti di tutti e di ciascuno e restituire alla collettività ciò che la mafia le ha sottratto. Pertanto, continua il procuratore, occorre contrastare luoghi comuni e slogans che fanno riferimento a “uomini d’onore” o al fatto che “la mafia dà lavoro”….In realtà la presenza della criminalità organizzata rende difficile, spesso insostenibile lo sviluppo di attività imprenditoriali poiché, ai costi previsti, si aggiunge il costo dell’estorsione, senza contare i rischi enormi cui si espone la persona stessa e la sua famiglia. A supporto di quanto affermato Caselli riporta dati reali, risultati di studi compiuti dalle associazioni industriali e conclude che dove c’è la mafia c’è sistematicamente un forte tasso di disoccupazione, specie giovanile (35% – 40%). Alla fine, dunque, l’equazione “LEGALITA’= più opportunità di lavoro/più ricchezza restituita/più speranza di un futuro migliore” risulta palese, incontrovertibile! Dobbiamo prendere coscienza che la questione riguarda tutti, perché tutti siamo coinvolti, non c’è zona “garantita”: è un problema che incide sulla qualità della nostra vita economica e sociale, perciò siamo tutti chiamati ad occuparcene. Il magistrato fornisce poi qualche informazione a carattere teorico, definendo la legalità in senso oggettivo (in quanto c’è, esiste) e in senso soggettivo, sottolineando il supporto etico che può e deve rafforzare l’aspetto soggettivo, in modo che il comportamento individuale non sia condizionato solo dal timore della pena, ma dalla consapevolezza che “SIA GIUSTO COSI‘”. Se non prevalgono regole sociali, ribadisce ancora una volta Caselli, prendono il sopravvento regole che avvantaggiano pochi individui, un clan, una famiglia….

Al fine di rafforzare l’idea che “legalità e convenienza vanno di pari passo” porta ad esempio i molteplici casi di corruzione che, nelle pubbliche gare d’appalto, producono opere inutili oppure utili ma molto costose, gravando nuovamente sulla comunità che, in tal modo, non ha servizi sufficienti ed efficienti. Caso estremo sotto gli occhi di tutti è quello dell’Argentina, dove la corruzione dilagante ha provocato il crollo dell’economia del Paese, la bancarotta. Caselli ribadisce che fondamentale è l’operato della Magistratura per il controllo dell’illegalità e il recupero della legalità; ma ci ricorda che gli attuali problemi dalla Magistratura, la sua indipendenza, l’uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge, sono problemi che non riguardano solo una casta, ma tutti noi: infatti i recenti attacchi sul piano ordinamentale sono volti a ridurre la possibilità di applicare la legge in modo equo per tutti; perciò è necessario un impegno collettivo, organizzato, per un rafforzamento della legalità, per garantire maggiori prospettive di felicità ad ognuno di noi. “Perché – conclude Caselli – se il diritto alla felicità non sta scritto nella nostra Costituzione ognuno di noi ce l’ha nella testa e nel cuore“. Al termine dell’efficace discorso del magistrato, che ha suscitato interesse e consensi, si dà ampio spazio a interventi, domande, richieste di approfondimento…..che non si fanno attendere, data l’attualità dei temi trattati e le sollecitazioni scaturite dal dibattito stesso! Numerose le domande degli studenti: sui mali che affliggono la Giustizia, sulla criminalità giovanile, sull’opportunità di sanzioni più severe, sulle norme di diritto internazionale che non sono servite ad evitare la guerra contro l’Iraq….. Non mancano interventi di insegnanti e/o genitori: si concorda sul ruolo fondamentale della scuola e della famiglia per un’educazione alla legalità che parta dalle piccole cose quotidiane, dalla assunzione di una crescente responsabilità individuale, per evitare l’acquisizione di comportamenti illeciti, ma considerati “normali”, legittimati da un comodo “così fan tutti”. Infine l’illustre ospite ringrazia dell’opportunità che gli è stata offerta oggi ed aggiunge che il promuovere occasioni d’incontro e di dibattito, il poter dialogare, confrontarsi su argomenti di grande interesse civile e sociale è una buona ricetta – l’unica, a suo parere – per intraprendere un percorso di crescita collettiva, a tutti i livelli. Anche noi del “Sasso nello Stagno” sentiamo che questa è la strada giusta e lasciamo il palazzetto con rinnovata energia, soddisfatti per essere riusciti oggi a lanciare un “sasso” in più, anzi, un “macigno”……

Reggio Emilia, 22 marzo 2003

Il Procuratore Caselli durante il suo intervento

la tribuna dell'incontro

una panoramica del palazzetto